Vai al contenuto

Se l’Ambiente non è una Fioriera

Primavera del 2011, poco prima delle elezioni che videro Cisint battuta da Altran (eh sì, può anche perderle le elezioni), l’allora candidata della destra e i suoi sostenitori protestavano ed accusavano l’amministrazione comunale diretta da Pizzolitto e quella provinciale, di non aver raggiunto i risultati promessi di riconversione della centrale A2A. A nulla valevano i (contestati) dati della centralina di controllo, bruciare ancora carbone era ritenuto un marchio negativo all’operato dell’amministrazione. Più di dieci anni dopo, attraversato il periodo della giunta Altran nel quale la centrale ha rinnovato i sistemi di sicurezza, chiuso due blocchi a carbone e avviato un progetto di riconversione, con Cisint regnante, e dopo cinque anni di inutili contrapposizioni muscolari, vedremo ripartire i fumi del carbone. Insomma, un balzo all’indietro non da poco, rispetto al quale però non abbiamo visto identica indignazione dai banchi dell’attuale amministrazione. Basterebbe questo a spiegare come l’amministrazione di destra, in questi anni, abbia trattato le tematiche ambientali come serbatoi elettorali senza progetti coerenti di azione sul tema. Il consumo del territorio, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, sono problemi enormi che ci interrogano sul nostro modello di sviluppo e mettono in gioco il futuro dell’umanità. Il mondo, l’Unione europea, sono impegnate in una profonda “transizione verde”, un passaggio non facile, complicato, e che mette in discussione il nostro sistema economico e lo stile di vita di ciascuno di noi. Tra i passi necessari, resi ancora più importanti con la guerra che sta devastando l’Ucraina, c’è il superamento delle fonti fossili per la produzione energetica. Dobbiamo passare dal carbone, dal petrolio, dal metano, alle fonti rinnovabili transitando sempre verso quelle meno inquinanti. A Monfalcone, invece, unicum in tutta Europa, si tornerà indietro usando nuovamente il carbone. Certamente, la crisi provocata dall’invasione russa dell’Ucraina e dall’impennarsi del prezzo dell’energia, ci costringe a misure straordinarie per sostenere il nostro sistema industriale e le famiglie che già soffocano per la crescita esponenziale delle bollette. Però le misure di emergenza devono durare poco e, soprattutto, non si può arretrare dal processo di superamento delle fonti fossili. Di tutto ciò il nostro comune dovrebbe essere un attento protagonista, intervenire, porre condizioni, invece sembra che il Municipio sia silenzioso ed assente, mentre si va alla riapertura delle unità a carbone.Nel governo della città la sensibilità ambientale ed ecologica si vede anche sulla gestione del traffico e del trasporto urbano. In tutte le città più avanzate si punta al rafforzamento del trasporto pubblico e alla limitazione di quello privato, in particolare delle automobili. L’attuale amministrazione, invece, è ossessionata dal volere infilare le automobili dappertutto. Automobili in centro, più parcheggi, meno spazio al trasporto pubblico (hanno tolto la corsia privilegiata e allontanato le fermate degli autobus dal centro). Così stiamo assistendo a una città sempre più soffocata dai gas di scarico, con nessuna apparente attenzione per la costruzione coerente di percorsi pedonali e ciclabili.Testimonia questa linea la involontariamente comica inaugurazione di un microscopico tratto scollegato di pochi metri ciclabili, dove stava la ferrovia del Cantiere, o la lunga vicenda del colore del tratto risistemato in centro che per qualche giorno ha persino fatto bella mostra dell’odiato colore rosso.Se le infrastrutture se la passano male, non va certo meglio alle piante. Ancora non è chiaro il criterio dell’abbattimento di diversi ettari di bosco sul Carso, né il numero complessivo degli alberi coinvolti, mentre appare semplicemente incomprensibile il continuo abbattimento di essenze arboree nelle vie cittadine. Del resto, basta guardare il progetto di “risistemazione” della piazza per scoprire che avremo una gigantesca distesa di cemento che, nei mesi estivi, ricorderà il paesaggio di qualche landa dell’Arizona nei film western.Parlando della piazza, qua e là si sente spesso dire, a difesa di questa amministrazione che, in fondo, sono stati piantati diversi fiori e che, da qualche parte, la città è più curata. Ed è certamente vero che in questi anni gli operai ed i funzionari del comune hanno lavorato bene, con grande attenzione e perizia, per abbellire alcune zone della città. Questo pullulare di fioriere in centro ha finito per diventare però la cifra di una amministrazione che sembra, con queste piccole attività tanto sbandierate, confondere l’ambientalismo con il giardinaggio. La tutela dell’ambiente urbano infatti è composta dall’attenzione ad un gran numero di settori. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, per fare un ultimo esempio, merita ricordare che la destra cittadina, già autrice di un referendum contro la raccolta porta a porta negli anni passati, si è sempre distinta per digerire controvoglia le pratiche di raccolta differenziata dei rifiuti e oggi, costretta ad amministrare un settore difficile e non tanto popolare, ha finito per gettare un sacco di soldi per un camioncino porta spazzatura, l’incredibile Vasco, del quale, nonostante le tante richieste fatte, nessuno in Comune è riuscito a dimostrare l’utilità.Ma il tema dei rifiuti non è solo quello della raccolta. Proprio in questi giorni si è diffusa la notizia che un’azienda avrebbe chiesto l’autorizzazione per avviare una struttura per il trattamento dei rifiuti in prossimità delle Terme romane (quelle di cui Cisint tanto si vanta, dimenticandosi che sono state rimesse a posto da “quelli di prima”). La novità, segnalata da cittadini attenti, è arrivata senza che ci sia stata nessuna informazione al consiglio comunale. Non si tratta di una informazione di poco conto. Sembra che l’impianto potrà gestire da solo un volume di rifiuti superiore a quanto previsto nell’intero piano regionale. Opporsi ad un progetto di queste proporzioni sembra doveroso, anche nell’ottica di un diverso sviluppo di quell’area di territorio. E la attuale inquilina del municipio cosa ne pensa? Di solito solerte a dare opinioni e fare dirette facebook, su questo tema sembra preferire un atteggiamento abbottonato. Insomma, sull’ambiente, che riguardi il rapporto con le aziende produttrici di energia, la cura del verde pubblico, il riciclo dei rifiuti o la tempestiva informazione della cittadinanza sulle nuove sfide future, ci vorrebbe un profondo cambio di mentalità e di cultura. Chi amministra la città ha mostrato in questi cinque anni di non essere in grado di farlo. Cambiare è un dovere, ne vale del nostro futuro.